Essere ottimisti allunga la vita apportando numerosi benefici all’organismo. Vediamo come può l’attributo psicologico essere tanto importante.
L’ottimista è colui che ha la certezza che le cose possano andare sempre per il meglio e la convinzione che il futuro sarà favorevole.
In psicologia l’ottimismo è un atteggiamento mentale che porta a vivere in modo propositivo. Le difficoltà vengono gestite e si trova sempre un motivo per reagire e pensare in modo positivo. Gli ostacoli saranno sempre superabili per l’ottimista. Il famoso bicchiere mezzo pieno che porta ad avere fiducia nel fatto che il domani sarà sempre migliore di oggi. Entusiasmo e speranza guidano la vita dell’ottimista rendendo l’approccio al domani sereno e pieno di passione ed euforia.
Se voi non vi sentite affatto ottimisti, ecco una buona notizia. L’ottimismo si può allenare. Essendo una disposizione mentale e non una capacità innata può essere acquisita. Da pessimisti si può diventare ottimisti cambiando il modo di vedere la vita. Evitando di focalizzare l’attenzione sugli aspetti negativi e cercare sempre quelli positivi per riuscire a far nascere qualcosa di buono da ogni situazione. Sta a noi indirizzare il nostro atteggiamento, cancellare sconforto e demotivazione per trasformarlo in qualcosa di propositivo. Farlo apporterà enormi benefici all’organismo.
Studi scientifici hanno riportato come le persone con maggiore ottimismo siano meno soggette a malattie croniche o ad una morte prematura. L’ottimista corre meno rischi di insorgenza di ictus e di cardiopatie ischemiche nonché di aterosclerosi vascolare.
Tra le tante ricerche sono stati puntualizzati i fattori biomedici connessi ad una maggiore longevità degli ottimisti ma ciò non esclude che intervengano anche fattori non biologici (Lewina O. Lee e Laura D. Kubzansky).
L’obiettivo è stato trovare la corrispondenza tra ottimismo e longevità oltre gli 85 anni appoggiandosi a studi precedenti effettuati su 70 mila donne in dieci anni e 1400 uomini in 30 anni. L’indagine ha tenuto conto dei confondenti demografici ossia dei fattori di rischio e della regressione logistica legata al ruolo dei comportamenti concernenti lo stato di salute.
I risultati hanno riportato come in entrambi i sessi sia presente una associazione dose-dipendente di livelli più alti di ottimismo e maggiore longevità. Le donne più ottimiste, ad esempio, hanno mostrato un periodo di vita più lungo del 14,9%. In più le indagini hanno dimostrato come il 25% dell’ottimismo sia ereditabile. La parte restante dobbiamo metterla noi stessi allenandoci ad essere ottimisti modificando il modo di vedere la vita e i comportamenti negativi. Pronti a cambiare il vostro approccio alla vita per vivere più a lungo?
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