Al centro dei giardini di Piazza Vittorio a Roma, nel cuore del quartiere Esquilino, c’è una misteriosa porta che non conduce in nessun luogo.
Si tratta di un reperto molto antico, risalente alla seconda metà del Seicento, epoca in cui le conoscenze magiche e alchemiche stavano catturando la curiosità di centinaia di intellettuali in tutta Europa.
Tra questi appassionati c’era Massimiliano Savelli Palombara, marchese romano che possedeva un’ampia villa nella zona in cui sorge attualmente Piazza Vittorio. Nel 1873 però, la villa venne espropriata dal Comune di Roma, che decise quindi di demolirla per realizzare il nuovo quartiere dell’Esquilino. A seguito delle demolizioni soltanto la Porta Magica sopravvisse ma venne spostata dal suo sito originale e collocata dove la possiamo ammirare oggi. Si trova addossata e fusa a un muraglione di terra e tufo grigio, unico residuo della struttura della Villa Palombara e ad essa vennero affiancate nell’Ottocento due statue raffiguranti il dio Egizio Bes, anticamente considerato il protettore delle donne incinte ma anche della nascita, della crescita e insomma di tutti i “passaggi pericolosi” della vita umana. Proprio per questo motivo, probabilmente, si scelse di affidare a queste statue il compito di custodire il passaggio segnato dalla Porta Magica.
La Leggenda della Porta Magica (un po’ come Harry Potter)
Secondo una leggenda (forse messa in circolazione proprio dal Marchese) la porta magica venne costruita dopo la visita di un viaggiatore che aveva pernottato proprio presso la casa del Marchese. Costui, un famoso alchimista del suo tempo (alcuni lo hanno identificato con Francesco Borri), una notte decise di avventurarsi nel giardino allo scopo di raccogliere un’erba magica con cui era convinto di poter produrre l’oro.
Il mattino successivo l’ospite era scomparso, ma aveva lasciato nel giardino della villa tracce di oro purissimo e uno scritto misterioso che il Marchese decise di far riportare lungo gli stipiti e l’architrave della porta. Per quanto affascinante, però, questa leggenda è stata smentita: è emerso che l’iscrizione che compare sulla porta fa parte di un testo scritto proprio dal Marchese di Palombara e che oggi è custodito negli archivi vaticani.
Ancora oggi turisti e appassionati di tutto il mondo possono osservare simboli alchemici e planetari, piramidi e cerchi, iscrizioni in latino e in ebraico, nonché una stella a sei punte considerata il Sigillo di Re Salomone, che secondo la leggenda fu uno dei più famosi alchimisti mai esistiti.
Oggi si narra che il marchese fece incidere quei simboli proprio su una porta e non su una lapide o su un altro elemento decorativo perché pronunciando la corretta formula magica si può attraversare la Porta Alchemica (conosciuta anche come Porta dei Cieli), esattamente come accade in Harry Potter quando i personaggi passano attraverso il muro del Binario 9 e 3/4!