Rosanna Banfi ha alle spalle un trascorso doloroso tra interventi e chemioterapie: proprio per la sua esperienza oggi si espone a difendere tutti i malati oncologici.
Rosanna, amatissima figlia di Lino, non ha mai parlato moltissimo della sua vita privata, ma circa quindici anni fa ha fatto una scoperta spaventosa.
Si è resa conto di avere un piccolo nodulo al seno, una semplice “pallina” che poteva essere avvertita con le mani. Decise immediatamente di fare un controllo medico ma non si aspettava qualcosa di veramente grave. Purtroppo, però, le cose non andarono bene come sperava.
I medici si resero conto immediatamente che la “pallina” nel seno di Rosanna Banfi era un tumore maligno che andava asportato immediatamente per evitarne la diffusione. Nel giro di due giorni, come ha raccontato la stessa Banfi, era già sotto ai ferri. Purtroppo una sola operazione non fu sufficiente e Rosanna dovette sottoporsi prima a un secondo intervento e successivamente a diversi cicli di chemioterapia.
Rosanna Banfi e la legge per l’oblio oncologico
Negli scorsi mesi ha fatto notizia l’introduzione della legge per l’oblio oncologico, che cioè elimina dai moduli amministrativi qualsiasi domanda pertinente alle passate malattie di un cittadino.
Non sono in molti a saperlo, infatti, ma prima della legge un cittadino che era stato ammalato di tumore doveva segnalarlo nei moduli per richiedere prestiti o accendere mutui e, di solito, le banche si rifiutavano di concedere prestiti a chi era stato ammalato di cancro perché, con il rischio che si ammalasse di nuovo, c’era la possibilità che il richiedente morisse e non potesse restituire il prestito all’istituto di credito.
La nuova legge rimuove questo genere di domande, preservando quindi la privacy dei cittadini e assicurando agli ex malati di cancro gli stessi diritti che la legge assicura ai cittadini italiani che non si sono mai ammalati di tumore.
“Cosa penso di questa legge? Mi sento una privilegiata perché in tutti questi anni non mi ero mai accorta delle limitazioni burocratiche che il cancro può imporre” ha dichiarato la Banfi a Dipiù, spiegando di non aver mai dovuto chiedere un prestito alle banche negli ultimi quindici anni. “Non avrei mai creduto che dopo tutto quello che un malato oncologico passa, dovesse ancora trovarsi sotto i raggi X, questa volta non della chemioterapia bensì da parte dello Stato” ha concluso, spiegando anche che, dal suo punto di vista, la legge sull’oblio oncologico è assolutamente logica, sensata e necessaria, e che si è stupita del fatto che, fino a poco fa, in Italia fosse possibile “schedare” gli ex ammalati.