È boom per gli agriturismi: come si aprono e quante tasse si pagano

Se ami vivere all’aria aperta e ami gli animali, allora valuta di aprire un agriturismo: ecco come si fa e quanto costa

Oggi come oggi sempre più persone decidono di andare a trascorrere le proprie vacanze all’aperto, nei prati fioriti e con gli animali da curare e da allevare: si tratta delle attività offerte dagli agriturismi, dove potersi rilassare in armonia con la natura e nel pieno rispetto dei propri tempi e di quelli degli animali attorno a sé. Se in questa nuova moda vedi una possibilità di lavoro, ecco come puoi aprirne uno tutto tuo.

Agriturismi: come si aprono e quante tasse si pagano
Agriturismi: come si aprono e quante tasse si pagano, quest’anno vanno di moda (roma-news.it)

Quando parliamo di agriturismi non dobbiamo pensare solo alle aziende agricole che offrono vitto e alloggio ai viandanti: oggi come oggi, i clienti ricercano esperienze sempre più genuine e veritiere, che quindi queste strutture devono sapergli offrire. Ecco come aprire un agriturismo e quali tasse si pagano.

Tutto quello che devi sapere per aprire un agriturismo

Innanzitutto, l’attività agricola deve rimanere quella prevalente, anche se parallelamente c’è l’attività dell’ospitalità, la somministrazione dei pasti, le attività culturali e ricreative nonché quelle di degustazione dei prodotti locali: la regola, però, è che l’attività di accoglienza dei turisti non può sovrastare quella agricola. Si tratta quindi di coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e di tutte le attività connesse: queste, in un agriturismo, non possono mancare.

Agriturismi: come si aprono e quante tasse si pagano
Agriturismi: come si aprono e quante tasse si pagano, quest’anno vanno di moda (roma-news.it)

A disciplinare gli agriturismi è la legge quadro nazionale 730 del 5 dicembre 1985, ripresa poi dalla 96/06. Secondo tali leggi, l’agriturismo può ricevere tutto l’anno, comunque l’agricoltura o l’allevamento come abbiamo detto deve prevalere sul resto, inoltre può avere del personale e può somministrare cibo e bevande, così come organizzare degustazioni.

A livello fiscale, è necessario aprire una partita Iva ed iscriversi alla Camera di Commercio. In Comune, invece, si devono presentare il certificato di iscrizione all’elenco provinciale degli operatori turistici, un parere sanitario favorevole, la copia dei libretti sanitari di chi lavora nella struttura, l’attestato di frequenza di un corso formativo e anche la certificazione del casellario giudiziario.

A livello amministrativo, ci si deve iscrivere nell’elenco delle attività turistiche della propria provincia e, successivamente, si avrà un sopralluogo finalizzato a determinare la presenza nella struttura di determinati requisiti. Entro 60 giorni dalla presentazione della domanda, la provincia darà una risposta: a questo punto si parte con l’iter comunale come indicato sopra.

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