La Cappella Sistina è uno dei luoghi più famosi e simbolici della storia cattolica e custodisce un segreto davvero particolare.
Situato all’interno dei Musei Vaticani a Roma, è uno dei tesori artistici più celebrati e più ammirati del mondo. Costruita nel sedicesimo secolo per volontà di Papa Sisto IV (da cui prende il nome), la Cappella sistina conserva al suo interno le celebri opere di Michelangelo del Giudizio Universale e della volta, che presenta scene della Genesi tra cui la celeberrima creazione dell’uomo da parte di Dio.
A rendere la Cappella Sistina parte integrante della storia viva della Cristianità è però il fatto che in questa cappella si radunano tutti i Cardinali della Cristianità per eleggere un nuovo Papa. Il Conclave è caratterizzato da intensi momenti di preghiera, riflessione e discussioni, poiché i cardinali cercano di discernere la volontà di Dio nella scelta del successore di San Pietro.
Dopo votazioni a scrutinio segreto, un papa è eletto solo quando un candidato raggiunge i due terzi dei voti. Il nome del nuovo pontefice viene poi annunciato al mondo da una celebra fumata bianca e con l’ancor più celebre frase “Habemus Papam” (“Abbiamo un Papa”).
Il segreto della Cappella Sistina
Come i Cardinali sanno benissimo, dopo un certo periodo di discussioni si procede a una tornata di votazioni. Purtroppo però non è detto che un candidato raggiunga immediatamente il numero di voti necessario a essere eletto, cioè i voti di due terzi dei presenti.
Se una votazione dovesse risultare senza esito, i biglietti con i voti vengono bruciati in una stufa e, insieme ad essi, viene inserita nella stufa una speciale miscela chimica che produce una fumata nera. Al contrario quando si ottiene un numero di voti sufficiente, e quindi si può considerare ufficialmente eletto un papa, si brucia nella stufa una miscela di clorato di potassio, lattosio e colofonia che conferisce al fumo una chiara colorazione bianca.
Oggi a produrre le fumate di diversi colori è un apparecchio a fumogeni, attivato per la prima volta nel 2005 e che viene affiancato alla stufa tradizionale. In questa antichissima stufa vengono regolarmente bruciate le schede della votazione come si faceva un tempo, mentre nell’apparecchio a fumogeni vengono inseriti fumogeni bianchi o neri a seconda del risultato. Le due stufe sono collegate attraverso un tubo che unifica i due fumi, quindi il fumo che si vede uscire dal famoso camino del Vaticano è effettivamente formato dalle ceneri dei biglietti dei voti e dal fumo colorato prodotto dai fumogeni.
Quello che però in molti non sanno è che sulla stufa più antica, realizzata interamente in ghisa, sono state incise le date di tutte le ultime elezioni dei pontefici dal Marzo del 1939 ad Aprile del 2005, date corrispondenti all’elezione di Pio XII e a quella di Benedetto XVI.