Giorgia Meloni potrebbe cancellare per sempre Opzione Donna, la misura pensionistica riservata alle lavoratrici attiva fin dal 2004.
Opzione Donna fu una misura varata dal secondo governo Berlusconi e che ebbe come principale finalità quella di garantire un accesso anticipato alla pensione a tutte le lavoratrici italiane che avessero soddisfatto determinati requisiti.
Innanzitutto avrebbero dovuto raggiungere la quota di 35 anni di contributi versati alle casse dello stato con un’età anagrafica di 57 anni per le dipendenti del servizio pubblico o privato e di 58 anni per le lavoratrici autonome. Nel corso di quasi vent’anni però l’Opzione Donna ha visto variare leggermente i requisiti richiesti, che oggi sono di 58 anni per le dipendenti e di 59 anni per le lavoratrici autonome.
La strategia di Giorgia Meloni: Opzione Donna ha le ore contate
Già nel corso del suo primo anno di presidenza del Governo, Giorgia Meloni si è mostrata determinata a modificare o limitare Opzione Donna, introducendo paletti tali da escludere ben 20.000 lavoratrici dall’ottenimento della pensione anticipata.
Attualmente il requisito anagrafico è stato innalzato a 60 anni per tutte le categorie di lavoratrici che, entro quest’età, dovranno comunque assicurare allo Stato il versamento di 35 anni di contributi. Oltre a questo si è stabilito che solo tre tipologie di lavoratrici possono accedere a Opzione Donna e sono:
- le donne licenziate
- le donne con invalidità civile pari al 74%
- le donne con un familiare a carico.
Com’era facile prevedere, molte meno donne sono in grado oggi di soddisfare i parametri necessari all’ottenimento della pensione anticipata e, di conseguenza, nel 2023 le domande per Opzione Donna sono state oltre 4.000 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando ancora era in vigore la vecchia normativa con i vecchi requisiti.
Sembra quindi che Giorgia Meloni, pronta a varare la Legge di Bilancio 2024 agli inizi di Settembre, si avvarrà proprio di questi dati per cancellare completamente Opzione Donna, sostenendo la propria scelta con il fatto che sono ormai molto poche le donne che richiedono di accedere alla pensione anticipata sfruttando questo meccanismo.
Si tratta, ad ogni modo, di una scelta prevedibile: dopo aver promesso moltissime nuove riforme e interventi a favore di questa o di quella categoria di cittadini, oggi il Governo si trova a dover lavorare per la prima volta con i conti alla mano. Questo significa che ha dovuto constatare che non ci sono soldi per soddisfare ogni promessa e che da qualche parte è necessario tagliare. La prima donna Presidente del Consiglio della storia d’Italia decide di tagliare proprio su una misura a sostegno del reddito delle donne: non è rassicurante.