Il governo sta imprimendo alla RAI una linea fortemente conservatrice, e per questo motivo, un programma davvero promettente è stato chiuso.
A essere caduti sotto la mannaia del governo Meloni sono volti RAI estremamente celebri tra cui Fabio Fazio è certamente il portabandiera. Dopo vent’anni di messa in onda senza interruzioni sulla televisione di Stato, infatti, il talk show di Fazio ha dovuto trovare un nuovo spazio sul Canale Nove.
Anche la giornalista Lucia Annunziata ha abbandonato la RAI dopo 18 anni di rapporti lavorativi, e se ne è andata affermando che il nuovo governo ha intenzione di fare della RAI un nuovo Istituto Luce, cioè una sorta di veicolo di propaganda che non ammette voci fuori dal coro della destra.
Purtroppo uno degli show più coraggiosi e innovativi dell’ultima stagione televisiva è andato in onda in un momento davvero poco favorevole: stiamo parlando di Non Sono Una Signora, il programma condotto da Alba Parietti e che ha portato in scena moltissimi uomini noti dello spettacolo, i quali hanno accettato di trasformarsi in Drag Queen.
Tra gli ospiti del programma ci sono stati Rocco Siffredi, Costantino Vitagliano, Sergio Muniz, Andreas Muller, i quali hanno eroicamente accettato di mettersi in gioco per il divertimento del pubblico ma soprattutto per lanciare un messaggio di grande inclusione e accettazione.
Le parole di Rocco Siffredi e la chiusura del programma
Tra tutti coloro che hanno preso parte al drag show, sicuramente Rocco Siffredi ha riassunto meglio di chiunque altro i motivi per cui sono necessari spettacoli del genere.
“Ci hanno insegnato che se nasci uomo devi amare le donne e solo le donne, e per le donne il contrario. Tutto ciò ha creato tanto dolore, tanti problemi, e questo è quello che vorrei insegnare ai miei ragazzi”, ha spiegato il famoso pornoattore, che è stato tra i concorrenti più apprezzati dello show.
La conduzione della Parietti, il brio offerto dai suoi giudici (tre famose Drag Queen italiane) e dagli ospiti che dovevano indovinare chi si celasse sotto gli abiti da drag (tra cui Mara Maionchi e Cristina D’Avena), hanno conquistato risultati inaspettati a livello di share, che si è attestato sul 6,69% per un programma davvero rischioso per un emittente nazionale.
Si trattava quindi di un programma che aveva superato brillantemente le aspettative e che era stato accolto calorosamente dal pubblico:la sua conferma per la stagione televisiva successiva sembrava assolutamente scontata. Le cose non sono andate così e nei palinsesti RAI dell’autunno 2023 il programma non compare.
La versione ufficiale dell’azienda è che “il programma non è compatibile con la nuova linea editoriale” che la Rai intende seguire. Decisione che sembra figlia di una visione estremamente conservatrice, direttamente riconducibile alla visione dell’attuale governo di centrodestra.