Salario Minimo, come cambiano le cose dopo il discorso di Giorgia Meloni

Maggioranza e Opposizioni tornano a darsi battaglia sul campo del salario minimo. Il discorso del premier ha cambiato tutto.

Il salario minimo torna ad accendere il dibattito a Palazzo Chigi. Il discorso del premier Giorgia Meloni ha capovolto nuovamente lo scenario: vediamo cosa sta succedendo.

Scontro sul salario minimo
Il premier Giorgia Meloni-(Giorgia Meloni Facebook)- Roma-news.it

La proposta del salario minimo– cavallo di  battaglia del Partito Democratico e della Sinistra in generale- questa volta arriva dal Movimento Cinque Stelle. Il primo firmatario, infatti, è l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Dopo l’abolizione del Reddito di Cittadinanza, i pentastellati scendono nuovamente in campo per dare battaglia alla Maggioranza proponendo un salario minimo per legge. E a quanto dovrebbe ammontare il salario minimo legale? 9 euro lordi l’ora. Poco meno di quanto aveva proposto il Partito Democratico qualche anno fa: 9,5 euro l’ora. Peccato che gran parte dei lavoratori oggi prendano già 10-11 euro l’ora.

Salario minimo: ecco cosa accadrà

Il problema dell’Italia è davvero il salario minimo? Non c’è accordo tra Maggioranza e Opposizioni e l’ultimo discorso di Giorgia Meloni ha ulteriormente inasprito i toni.

Salario minimo per legge
Le Opposizioni vogliono il salario minimo/ Roma-news.it

Il premier ha sollevato una questione importante: fissare un salario minimo per legge potrebbe portare ad un appiattimento verso il basso di tutti gli stipendi. Se un datore di lavoro, per legge, è obbligato a pagare 9 euro l’ora,  va da sé che nessuno pagherà di più. Perché mai dovrebbe farlo infatti? La legge ha fissato una soglia minima, perché andare oltre? Il rischio – secondo Fratelli d’Italia- è di penalizzare tutti e non aiutare nessuno.

Ma il primo firmatario della proposta, Giuseppe Conte, ha accusato il presidente del Consiglio di tirare in ballo scuse perché nelle loro intenzioni non c’è certo l’obiettivo di abbassare la paga oraria a chi guadagna di più. In pratica, secondo il Movimento Cinque Stelle, imporre un salario minimo legale non significa sostituirsi ai Contratti Collettivi nazionali frutto di accordi tra aziende e sindacati. Sul piede di guerra anche il PD di Elly Schlein che trova pretestuose le obiezioni sollevate da Giorgia Meloni. La Sinistra di Nicola Fratoianni- dopo essersi vista respingere la proposta di una tassa patrimoniale per chi possiede un patrimonio superiore a 500.000 euro – ora rilancia proponendo un salario minimo orario di 10 euro.

Mentre Azione di Carlo Calenda accusa Fratelli d’Italia di aver cambiato idea in quanto, a suo dire, proprio Giorgia Meloni proponeva il salario minimo quando sedeva tra i banchi dell’Opposizione. In tutta questa confusione l’unica certezza è che Italia Viva di Matteo Renzi non ha firmato la proposta dei Cinque Stelle. La questione verrà affrontata a settembre, dopo le vacanze anche se Meloni è stata chiarissima nell’esprimere la sua contrarietà ad un salario minimo per legge. Del resto il problema più grande, forse,  non è la paga oraria ma il fatto che tanti lavorano con contratti atipici a chiamata e, dunque, lavorano troppo poco per arrivare ad avere uno stipendio dignitoso a fine mese.

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