Gli analisti sostengono che un nuovo conflitto sia alle porte: ecco i tre segnali che devono far preoccupare
Ormai praticamente un anno e mezzo fa la Russia di Vladimir Putin ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa. Era, infatti, il 24 febbraio del 2022 quando lo zar russo decideva di invadere lo Stato confinante dell’Ucraina, riportando il Continente e il Mondo a un duplice blocco come non si vedeva dai tempi della Guerra Fredda. E ora, nel 2024, un altro terribile conflitto potrebbe scoppiare.
La guerra in Ucraina, come dicevamo, ha riportato alla scomposizione del mondo tra l’Occidente e quello che un tempo avremmo chiamato Blocco Sovietico. Dopo l’invasione della Russia, infatti, Europa e Stati Uniti si sono “limitati” all’invio di armi e risorse per la resistenza ucraina. Questo non ha impedito alla guerra di proliferare, di scatenare distruzione e morte, con conseguenze economiche stiamo vivendo ogni giorno tutti noi.
Ovviamente, il rischio di una escalation è sempre dietro l’angolo e, anzi, viene spesso evocato tanto dai protagonisti, quanto dagli analisti. E, a proposito di esperti di geopolitica, la previsione riguardante il 2024 è di quelle da far tremare le vene ai polsi: un nuovo conflitto, dunque, sarebbe alle porte.
Nel 2024 una nuova guerra
Insomma, già dai prossimi mesi potrebbero iniziare a soffiare pericolosissimi venti di guerra tra due super potenze mondiali: gli Stati Uniti e la Cina. Argomento e territorio del contendere, Taiwan, da sempre al centro di tensioni (fin qui sempre diplomatiche e verbali) tra i due colossi economici. Per l’Occidente, infatti, si tratta di un Paese autonomo, la Cina, invece, vorrebbe una riunificazione.
Ma adesso gli esperti sostengono che il 2024 potrebbe portare a un nuovo conflitto che, inevitabilmente, investirebbe anche l’Europa. Secondo quanto trapela, infatti, il presidente cinese Xi Jinping sarebbe pronto a riacquisire Taiwan, con il denaro o con un intervento sul campo, entro la fine dell’anno. Un’azione che, qualora fosse realmente messa in atto, non potrebbe lasciare gli Stati Uniti indifferenti in alcun modo: l’unica strada percorribile a quel punto sarebbe il conflitto.
Tre (almeno) i segnali che indicherebbero che il conflitto sia una ipotesi tenuta in grande considerazione. In primis il fatto che la Cina ha intensificato le sue esercitazioni militari intorno a Taiwan. Recentemente, peraltro, il paese del Dragone ha anche approvato nuove misure sul controspionaggio, un chiaro segnale da Guerra Fredda. Infine, un tema maggiormente economico: la Cina avrebbe gestito la raffinazione del diesel marino a pieno regime, probabilmente per avere maggiore carburante marino, in vista di una preparazione bellica. Insomma, un nuovo conflitto nel mondo è possibile, con conseguenze al momento non preventivabili anche per l’Europa.