Quando una cartella esattoriale è considerata nulla ed è quindi possibile fare ricorso? Ecco cosa bisogna controllare
Nel corso del tempo, per più motivi, può capitare di accumulare pagamenti non effettuati nei confronti del fisco o di altri enti. Che sia dimenticanza o momentanea indisponibilità economica, ecco che sull’importo dovuto cominciano a maturare sanzioni e interessi, fino a quando non scatta l’emissione della cartella esattoriale, recapitata con notifica, che rappresenta un sollecito affinché si provveda al pagamento.
Con i tempi che corrono, con il costante aumento del costo della vita, far quadrare i conti alla fine del mese non è semplice, e diventa ancor più difficile riuscire a pagare le cartelle esattoriali. Ma quando ci viene notificata, è possibile capire se tale notifica è nulla e si può, fare ricorso? Ebbene, c’è un modo per capire se quanto ci è stato notificato è illegittimo.
Cartelle esattoriali: quando la notifica è nulla
Nel corso dell’anno, grazie alla Legge di Bilancio 2023, è stato possibile procedere alla Rottamazione Quater delle cartelle esattoriali. Questa manovra permetterà agli italiani di pagare le cartelle pendenti soltanto per l’importo capitale, al netto di more ed interessi. Chi però non ha aderito alla cosiddetta definizione agevolata, probabilmente si vedrà recapitare altre notifiche contenenti le cartelle esattoriali da saldare.
Di certo non una bella notizia, perché con il passare del tempo, sanzioni e interessi continuano a crescere e in caso di mancato pagamento viene attivato l’intervento forzato di riscossione. Ma una volta ricevuta la notifica, c’è un modo per capire se tale è corretta o meno.
Per quanto riguarda imprenditori, professionisti, commercianti e artigiani, è obbligatorio che la notifica venga inviata tramite PEC, la posta elettronica certificata. Una comunicazione a mezzo PEC ha valore legale, tanto quanto una raccomandata con ricevuta di avvenuto recapito presso il destinatario.
Quindi la notifica di una carella esattoria è nulla quando la PEC dell’ente di riscossione è inviata a una comune casella di posta elettronica, o viceversa, quando una comune casella elettronica,, invia tale comunicazione ad una PEC. Bisogna inoltre controllare se tale PEC è regolarmente inserita nei pubblici registri, consultabili per individuare correttamente i destinatari.
Questi registri sono liberamente consultabili, e sono 4: IPA (a cui fanno fede proprio le caselle per le notifiche esattoriali), Inad, Regind e Ini-Pec. Prima di procedere al pagamento, quindi, è possibile consultare tali registri per individuare la corretta provenienza. Laddove la Pec in questione non dovesse apparire in questi registri, entro 60 giorni si ha diritto a presentare ricorso e a non pagare la notifica.