Annullamento prenotazione alberghiera: come fare per non incorrere nel pagamento di penali in caso di cancellazione? Cosa dice la legge?
Un incidente, un parente malato, il rientro anticipato sul lavoro: sembrava tutto pronto ed invece ti sei trovato a dover annullare la prenotazione alberghiera fatta mesi fa. Indipendentemente dal fatto che si tratti di una vacanza al mare, o in montagna, in un resort o in un hotel stellato, da fare in estate o in inverno, gli imprevisti possono sempre capitare e costringerci a cancellare un periodo di riposo, più o meno lungo, che avevamo pensato di concederci.
I titolari dell’albergo ci hanno chiesto comunque di saldare il soggiorno, e per questo sorge spontanea una domanda: fino a quando si può annullare un soggiorno? E i titolari dell’albergo possono chiedere il pagamento dell’intera somma, o di una quota del soggiorno, anche se non ci andremo? Per rispondere a queste domande occorre preliminarmente verificare cosa prevede la legge in materia.
Annullamento della prenotazione alberghiera: cosa prevede la legge a proposito dei rimborsi soggiorno.
In primis occorre chiarire cosa si intenda per prenotazione alberghiera. Questa può essere considerata un contratto vero e proprio che viene stipulato tra chi prenota il soggiorno ed i titolari della struttura. Possono essere stipulati via mail, telefonicamente, tramite portali come booking o recandosi direttamente in agenzia e consentono ai clienti di stabilire le condizioni di permanenza, potendo scegliere tra una varietà di servizi e relativi costi.
La prenotazione può essere rimborsabile o meno:e fortunatamente in molti casi lo è. Questa evenienza prevede che siano previsti per legge delle scadenze entro le quali è possibile annullare la prenotazione senza incorrere nel pagamento di una penale, che può coincidere con la quota che si sarebbe dovuta corrispondere, intesa nella sua interezza o in una sua frazione.
Solitamente, l’annullamento della prenotazione alberghiera non comporta alcun tipo di onere se viene effettuata nei trenta giorni antecedenti la vacanza. Basta dunque spostare la prenotazione e poi cancellarla, ma possono esserci dei casi particolari.
Man mano che ci si avvicina al giorno della partenza, la struttura potrebbe riservarsi di richiedere il pagamento di una penale qualora il cliente non si sia premunito di cancellare la prenotazione. Solitamente il contratto prevede infatti una clausola penale con cui si stabilisce in anticipo quale potrebbe essere l’ammontare del risarcimento nel caso in cui i clienti decidano di cancellare il soggiorno oltre i limiti previsti.
Potrebbe essere richiesto dall’albergatore il pagamento delle prime notti o dell’intero importo se la disdetta avviene dopo le 12 ore dall’arrivo. E in ogni caso è riservato all’albergatore il diritto di richiedere il risarcimento dei danni.
Oggi, per poter tutelare le esigenze dei consumatori, non è raro che sia concessa al cliente il diritto di stipulare un’assicurazione all’atto della prenotazione, che andrà a coprire eventuali penali da versare in caso di annullamento.