La disabilità non è sempre visibile. Ma anche e soprattutto i “disabili invisibili” soffrono, non solo per la propria condizione, ma anche per la nostra emarginazione
La disabilità è, da sempre un tema molto dibattuto, nella società e nella politica. Si tratta di un aspetto intrinseco della diversità umana. La classe dirigente, ma anche tutti noi, dovremmo impegnarci a creare un ambiente inclusivo in cui le persone con disabilità possano partecipare appieno alla vita sociale, economica e culturale. E, invece, assai spesso non è così. Soprattutto per i cosiddetti “disabili invisibili”. Sapete chi sono e perché vengono emarginati?
Per affrontare queste sfide, è fondamentale promuovere l’inclusione. L’inclusione non riguarda solo la creazione di infrastrutture accessibili, ma anche la promozione di una cultura che valorizzi la diversità. Le persone con disabilità devono essere viste come individui con talenti, competenze e contributi unici da offrire alla società. Ma come facciamo a includere se, a volte, non riconosciamo nemmeno i disabili? Ecco il dramma nel dramma che vivono quelli che vengono definiti “disabili invisibili”.
La storia dei “disabili invisibili”
Il nostro Paese, infatti, concede una serie di benefici, anche economici, alle persone affette da disabilità. E questo, spesso, purtroppo, apre le porte alle truffe.
Spesso, però, non siamo di fronte a un truffatore. Ma a un “disabile invisibile”. Quali persone vengono indicate con questa espressione? Il termine si riferisce a disabilità che non sono immediatamente evidenti agli altri. Ad esempio, qualcuno che usa una sedia a rotelle ha una disabilità visibile. Ma qualcuno con disturbo bipolare o depressione può apparire come chiunque altro all’esterno, ma può lottare con sintomi invisibili. Le disabilità mentali “invisibili” sono tanto reali e debilitanti quanto le disabilità fisiche, anche se non sono immediatamente riconoscibili.
Per disabilità, infatti, si possono includere disturbi di salute mentale come depressione grave, disturbo bipolare, disturbo da stress post-traumatico, disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi alimentari. Non si tratta di questioni da sottovalutare, dato che nella drammatica gamma di problematiche possiamo includere tutte le malattie fisiche che non sempre si esprimono all’esterno, come il cancro, il diabete o l’HIV/AIDS.
Per questo diventa essenziale riconoscere le disabilità invisibili in modo da poter creare una società più solidale e inclusiva e aiutare le persone a ottenere il sostegno e le sistemazioni di cui hanno bisogno. Invece, le persone con una disabilità non immediatamente visibile spesso vengono (magari inconsciamente o inconsapevolmente) discriminate e/o emarginate. Dobbiamo essere più uniti, senza alcun pietismo. Le persone con disabilità invisibili possono beneficiare di sistemazioni come orari di lavoro flessibili, tempo libero per appuntamenti medici o anche solo un po’ di comprensione e supporto extra da parte di colleghi e amici.