A Roma c’è una finestra piccolissima e insignificante dalla quale non si è mai affacciato nessuno ma è tra le più importanti del mondo.
Si tratta infatti di una finestrella quadrata aperta nei pressi del tetto di un antico edificio oggi perfettamente ristrutturato. Questa finestra, posta troppo in alto per servire da affaccio, e assolutamente troppo piccola per permettere a qualcuno di osservare comodamente oltre di essa, non era stata inserita nel progetto dall’architetto che aveva disegnato il palazzo.
Si tratta infatti di una finestra completamente fuori posto rispetto a tutte le altre, sia per forma che per posizione e dimensioni. Dall’esterno questa finestra oggi appare completamente anonima e priva di particolare significato ma è solo grazie ad essa che sono nate opere d’arte che hanno fatto la storia e che hanno reso celebre il nome di un pittore attraverso secoli e secoli di storia.
Dove si trova la finestrella che ha fatto la storia dell’arte?
Il pittore di cui stiamo parlando è Michelangelo Merisi da Caravaggio, conosciuto semplicemente con il nome del paese da cui proveniva. Michelangelo fece di Roma la sua sede per eccellenza, poiché qui riuscì a lavorare per clienti potentissimi, che gli fornirono l’occasione e i mezzi per diventare uno dei più acclamati pittori del suo tempo.
Per un periodo il Caravaggio decise di affittare un ampio spazio da adibire a bottega e a studio. Si trattava di uno stabile in quello che al tempo si chiamava Vicolo di San Biagio in Campo Marzio e che oggi ha preso il nome – più poetico- di Vicolo del Divino Amore. Ad affittare lo studio al civico 19 fu la vedova Prudenzia Bruni. Proprio a lei Caravaggio chiese il permesso per apportare delle forti modifiche allo spazio che aveva preso in affitto.
Innanzitutto voleva rompere il tetto e farlo ricostruire più in alto: solo in questo modo avrebbe potuto lavorare alle grandiose pale d’altare che gli stavano venendo commissionate in quel periodo ma, soprattutto, chiede di poter aprire una piccola finestra in prossimità del tetto, allo scopo di poter illuminare meglio l’interno dello studio.
Per fortuna la vedova Bruni concesse il permesso all’artista e la finestrella, visibile ancora oggi, venne aperta nel muro esterno dello stabile. Da quella finestra entrava un fascio di luce diagonale che colpiva i modelli di Caravaggio in maniera terribilmente drammatica e teatrale. Proprio quella finestrella apparentemente insignificante, quindi, ha contribuito in maniera strabiliante alla nascita di molte delle più famose opere dell’arte mondiale.