Le spiagge laziali entro il 2050 scompariranno. Questo è quanto è emerso da un recente studio piuttosto inquietante.
Le previsioni non sono proprio rosee. Purtroppo da studi effettuati sul campo da alcuni studiosi e ricercatori, è emerso che le spiagge laziali sono destinate a scomparire entro il 2050. Si parla di granelli che saranno inghiottiti dalle onde e l’arenile ridotto ad una piccola striscia di sabbia. Insomma, nei prossimi anni la situazione potrebbe degenerare. Entro il 2050 potrebbe essere difficile passeggiare sulla riva del mare così come siamo soliti fare da sempre.
E’ questo sostanzialmente quanto emerso da una ricerca che è stata effettuata dal professore Filippo Celata il geografo della Sapienza di Roma nonché membro delle direttive della società geografica italiana. Ma vediamo nel dettaglio che cosa è emerso da questo studio e quali sono le previsioni.
Entro il 2050 il 50% delle spiagge laziali sono destinate a scomparire
Un team di esperti ha effettuato uno studio sul campo. I risultati sono stati piuttosto terrificanti. Tra meno di 30 anni e dunque entro il 2050, almeno il 50% delle spiagge del Lazio rischiano purtroppo di sparire. Le spiagge rischiano di arretrare di tre quarti rispetto all’arenile calpestabile ad oggi. Lo studio è stato condotto dal professor Filippo Celata. Quest’ultimo ha elaborato le stime di una ricerca effettuata poco tempo fa sull’argomento e pubblicata sulla rivista scientifica Nature climate change.
I ricercatori hanno preso in esame due variabili, ovvero l’innalzamento del livello del mare che sta facendo parecchio preoccupare ed i processi erosivi che sono in corso da interi decenni. Ad essere maggiormente oggetto di indagine è stato proprio il Lazio e gli scenari non sono purtroppo positivi. Entro il 2050, fino al 50% delle spiagge della regione sono a rischio di scomparire arretrando di circa tre quarti rispetto alla situazione attuale.
Ovviamente il Lazio non è l’unica regione italiana a rischiare di scomparire, visto che la superficie di spiaggia a rischio scomparsa è sostanzialmente in linea con la media nazionale. Secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, i dati sull’erosione costiera e sul consumo di suolo in riferimento alla situazione nazionale, sono piuttosto preoccupanti, isole comprese. Negli anni concreti tra il 2006 e il 2019 sono stati modificati ben 1.771 km di costa naturale bassa su un totale di 4.706 km.
Ma cosa possiamo fare per evitare tutto ciò? In realtà purtroppo la situazione è già abbastanza compromessa, ma quello che in questo momento è possibile fare è analizzare le variabili. Si può puntare ad interventi di mitigazione, andando a rinaturalizzare i litorali e non intervenire con sistemi aggressivi e artificiosi, così come è stato fatto negli ultimi anni.