Conosci la differenza tra ferie, permessi e ROL? È importante che tu lo sappia per poterle gestire al meglio, poiché sono molto diverse.
Il diritto alle ferie è sancito dalla Costituzione e il lavoratore non può soprassedere. Il Codice Civile fissa un minimo di 4 settimane all’anno di ferie retribuite per ogni dipendente. Nessun patto o contratto collettivo può andare sotto tale limite, anzi, può solo stabilire condizioni più favorevoli. Questo per consentire al lavoratore di ricaricare corpo e mente.
I periodo di assenza dal lavoro si differenziano in tre categorie: ferie, permessi e ROL. Ciò che le accomuna è che i dipendenti devono consumarle entro scadenze specifiche, in caso contrario l’azienda potrebbe dover versare un’indennità in busta paga, o incorrere in sanzioni che possono arrivare anche a migliaia di euro. Vediamo allora quali sono le differenze e come queste tipologie di assenza devono essere fruite dal dipendente.
Differenze tra ferie, permessi e ROL
Le ferie sono per definizione calcolate per giorni e sono consecutive, concesse anche in base a specifiche esigenze dell’azienda, oltre che del dipendente. I permessi hanno in comune con le ferie solo il fine, cioè quello di ricaricare corpo e mente, e il fatto di essere retribuiti. Differiscono dalle prime perché vengono conteggiati in ore e non in giorni, non hanno un limite minimo sotto cui è vietato andare, non vengono stabiliti per Legge ma dai contratti collettivi.
I ROL sono un particolare tipo di permesso. L’acronimo sta per Riduzione dell’Orario di Lavoro ed essi sono regolati dai contratti collettivi. Questo tipo di permesso si applica ad un dipendente che abbia dovuto lavorare in modo più intenso del solito e che ha diritto a qualche ora di riposo. Il calcolo dei ROL si basa quindi sul livello di stress psico-fisico generato dalla specifica mansione. In tutti e tre i casi, comunque, si tratta di permessi retribuiti, che vanno pagati come il lavoro ordinario.
Le ferie maturano con cadenza mensile, aumentano cioè ogni mese di un dodicesimo del totale annuo, ma solo se il dipendente ha lavorato per almeno 15 giorni. Anche la maturazione dei permessi avviene ogni mese, e a condizione che ci siano stati almeno 15 giorni di lavoro. Ci sono altri fattori che però la condizionano, come l’anzianità di servizio e il numero di dipendenti dell’azienda. In generale, per ogni mese di lavoro si matura dalle 7 alle 8 ore di permesso retribuito.
La Legge indica, anche, come il lavoratore deve fruire delle ferie. Due settimane devono essere godute nel corso dell’anno di maturazione e possono essere consecutive. Le rimanenti due andranno utilizzate nei 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione. Al contrario, la fruizione dei permessi retribuiti è a discrezione del dipendente. Sono inoltre i contratti collettivi a stabilire entro quando consumare i permessi, non la Legge. Normalmente il limite massimo è fissato al 30 giugno dell’anno successivo a quello di maturazione. Quanto ai permessi non goduti, questi devono essere tutti liquidati.