Se vivi in queste città morirai prima e più delle altre. Ecco la nuova classifica preoccupante e perché là la speranza di vita è molto più breve.
Quando si parla di qualità della vita non tutto il mondo è uguale. Esistono posti dove le persone vivono meno rispetto ad altri luoghi. Questo gap della longevità varia infatti da paese a paese e perfino da città e città della stessa nazione. Ci sono posti, infatti, dove la vita media è di oltre 80 anni, mentre altri dove si ferma a 45 anni. Fortunatamente, nel nostro Paese oggi si diventa anziani molto più frequentemente che 50 anni fa, ma ci sono zone dove è più facile superare la soglia di 75 anni.
Queste sono chiamate ”zone blu” e nel nostro Paese sono presenti soltanto in Sardegna. Nella regione italiana la speranza di vita va oltre i 90 anni e spesso intorno ai 100 in alcuni comuni. Quello che è normale nell’Isola è un grande record nelle altre regioni e in altri paesi del mondo. Questo perché ci sono regioni in Italia dove questa si ferma a 80 anni e ci sono diversi fattori che determinano l’accorciamento della speranza di vita. Una classifica ha svelato in quali città si rischia di morire prima.
Ci sono città in Italia dove si muore prima: la classifica preoccupante
Siamo ben lontani dalla Blue Zone, dove si vive di più perché si inquina di meno. E’ proprio questa la causa del perché la speranza di vita in certi luoghi è più ridotta. L’Unione Europea ha fissato l’obiettivo di ridurre del 55% le morti premature legate all’inquinamento atmosferico entro l’anno 2030, rispetto ai livelli del 2005. A causa dell’inquinamento ogni anno muoiono circa 300.000 persone nell’Ue e la causa è il particolato.
Nonostante gli sforzi per l’ambiente, nell’Unione europea molte zone sono ancora troppo inquinate. Più del 98% degli abitanti vivono in zone dove la concentrazione di Pm.2.5 supera i limiti fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità. In Italia le zone più inquinate sono quelle che risiedono nella Pianura Padana. Qui la qualità dell’aria sta continuando a peggiorare negli ultimi anni, secondo i risultati ottenuti da European data journalist network. La causa dell’inquinamento risiede nel traffico motorizzato, combustibili fossili per la produzione di energia e l’agricoltura, che produce ammoniaca.
Il particolato espone a malattie come il cancro, problemi respiratori, circolazione e polmonari. Le uniche nazioni che registrano un livello di inquinamento minore sono Svezia, Finlandia e Danimarca. L’Italia è molto disomogenea perché ci sono regioni dove l’inquinamento è sotto soglia (e tra queste la Sardegna) e zone dove l’inquinamento è alle stelle a causa della morfologia del territorio e maggiore industrializzazione.
Le città italiane con più alta concentrazione di Pm2.5 sono Monza, Cremona e Milano. I valori arrivano a 21 microgrammi di particolato per metro cubo. Ci sono poi città come Vicenza e Varese dove il livello di Pm2.5 è aumentato esponenzialmente dal 2018 al 2022. Qui significa che si muore prima e più frequentemente rispetto al altre città, regioni e nazioni d’Europa e del mondo.