Continua a tener banco il tema inquinamento, con diverse città italiane alle prese con una concentrazione superiore ai limiti dell’OMS: i dettagli
La questione inquinamento desta attenzione in relazione alla panoramica e alla fotografia della situazione di diverse città italiane, le quali vedono una concentrazione di polvere sottili superiore ai limiti dell’OMS: si tratta di cinquantotto centri urbani.
Questo, il numero delle città dove la rilevazione di quest’anno indica il superamento della concentrazione media di Pm 2.5 rispetto al valori di riferimento, di 10microgrammi per metro cubo. Inoltre, in nove di queste si arriva anche al raddoppio del limite. I dati sono forniti da Deutsche Welle, insieme all’European Data Journalism Network, di cui è parte anche il Sole 24 Ore. Sono stati, nel dettaglio, ricavati i dati dei satelliti del servizio Copoernicus (Casm), circa il monitoraggio atmosferico. In alcune zone si nota un miglioramento, in altre un peggioramento mentre, rispetto ai valori del 2018, sono trenta i territori con valori legati all’inquinamento, in crescita. Per quanto concerne la provincia maggiormente colpita nel periodo gennaio-agosto 2023, si tratta di Cremona.
Viene confermato il record negativo dei territori della Pianura Padana, dal servizio di monitoraggio. Quest’ultimi risultano fra quelli maggiormente inquinati anche da un punto di vista europeo. Attraverso uno sguardo sull’andamento storico del particolato, nel periodo 2018-2022, si nota che emergono, in maniera negativa, i territori del settentrione italiano rispetto agli altri, in relazione ai ventisette Paesi dell’Unione. Talune regioni polacche raggiungono livelli vicini, tuttavia a differenza di quanto avviene in Pianura Padana, con livelli fermi da un po’, pur essendo alti i valori nella Polonia meridionale, sembrerebbe esservi una riduzione in atto.
Inquinamento e città italiane: la situazione del Sud e quelle con concentrazione maggiore
Un tema dunque rilevante ed estremamente importante, quello che si lega ai livelli e alla concentrazione di inquinamento nelle città italiane, che restituisce una fotografia della situazione delle province del Paese.
Per quanto riguarda il Sud, l’inquinamento nelle province non manca, e quelle maggiormente esposte sono la città di Napoli, Caserta e Benevento. Così come anche Taranto, Avellino, Lecce e Brindisi. La Capitale si piazza in quarantunesima posizione, (+3.3% tra il 2018 e il 2022), mentre Torino in trentacinquesima. Venezia in posizione dodici e Arezzo a chiudere la classifica. Nel 2021 il tetto di rischio è stato abbassato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in considerazione delle ricerche che hanno indicato effetti sulla salute a livelli inferiori. È il Dlgs 155/2010, il riferimento per quanto riguarda la normativa in Italia, che permette concentrazioni sino a venticinque microgrammi all’anno. Nel periodo 2016-2020, quantomeno 246.113 individui sono morti prematuramente nel Paese in relazione ad una concentrazione dell’inquinamento maggiore, al confronto di quelli di riferimento all’interno delle linee guida.
Osservando l’ultimo quinquennio, si nota un trend in aumento de +5.4 per cento, per l’Italia. In talune province della Pianura Padana l’inquinamento ha portato alla scomparsa prematura di oltre 7 ogni 1000 abitanti. In generale, soffermandosi sulle province maggiormente inquinate del Paese, come informa il Sole 24 Ore, l’inquinamento appare in aumento in trenta delle cinquantotto città “inquinante”, nel periodo 2018-2022. Ciò in relazione a valori di Pm 2.5 che vanno oltre i limiti standard. Numeri alti si legano a Biella, con la concentrazione all’anno, di tale valore che passa da 9.9 µg/m3 (2018) a 11.6 (2022), con un +17.2 per cento. Ma è il caso ance di Lecco con +14.8, Vicenza + 14.3, Como +14.2, Varese +14, Lucca +12.9, Pistoia +12.7. In crescita la concentrazione anche rispetto alle province del Veneto, quali Treviso, Verona e Padova, mentre risulta il calo per Milano, Brescia e Pavia. Oltre a Cremona, Mantova e Lodi.