Le possibilità di subaffitto previste dalla normativa vigente. Quali sono le regole da seguire per scongiurare problemi. Fai attenzione!
La decisione di subaffittare una parte, o una semplice stanza, dell’immobile già preso in affitto può essere un buon affare per un inquilino. Si affronta così il canone mensile in modo più semplice con spese minori. Anche per il subaffittuario può rappresentare un vantaggio, sostenendo dei costi ridotti o per periodi limitati.
Tuttavia se il subaffitto non dipende direttamente dalla proprietà di un immobile e la possibilità di subaffittare è permessa anche all’inquilino, vi sono delle norme precise da seguire e l’uso non conforme alle legge della sublocazione può avere delle conseguenze spiacevoli. Quindi in caso di dubbi, meglio approfondire la questione per evitare sanzioni pesanti.
Subaffittare in tranquillità, seguendo le norme previste
Un subaffitto legale deriva dalla facoltà e dal diritto di disponibilità del sublocatore, cioè dal diritto dell’affittuario di subaffittare l’immobile o parte di esso. Il subaffitto può essere parziale (una parte spaziale dell’immobile o per alcune ore della giornata) o totale (di tutto lo spazio a disposizione del sublocatore).
Quest’ultima forma di sublocazione è quella meno diffusa, in quanto deve essere esplicitamente prevista dal contratto di locazione. Se non presente è possibile richiedere un’autorizzazione scritta del proprietario, altrimenti il subaffitto totale è vietato dalla norma. Senza considerare che per essere effettuata, il sublocatore ha la necessità di trovare un’altra sistemazione per lasciare lo spazio al subaffittuario.
L’affitto parziale di una stanza è invece la forma più comune di sublocazione, con l’inquilino che non deve rinunciare a tutto l’immobile e che ottiene un’entrata per affrontare il canone da versare. Il subaffitto parziale è possibile, se non è esplicitamente vietato dal contratto, ma vi è l’obbligo di avvisare il proprietario dell’appartamento che ha la facoltà di opporsi entro 30 giorni. Non rispettare quest’obbligo comporta la possibilità di opposizione del proprietario in ogni occasione.
La durata del contratto di sublocazione naturalmente non può essere superiore a quella del contratto originario, così come la forma di applicazione del canone scelto liberamente dalle parti. Il rispetto delle regole del subaffitto è importante, perché nel caso di concessione nonostante il divieto, il proprietario può richiedere al giudice la disdetta del contratto originario e lo sfratto.
Il locatore originario (cioè il proprietario dell’immobile) ha il diritto di conoscere le clausole del subaffitto e vietarlo, se ritiene che valuta la sublocazione inappropriata per serie motivazioni (per esempio per un uso diverso dei locali da quanto concordato). Anche la morosità del sublocatore porta allo sfratto, al di là della presenza di un subaffitto e degli obblighi del subaffittuario.