Sempre più spesso gli alimenti vengono considerati terapeutici, al pari quasi dei medicinali, e la Scienza è d’accordo sui benefici ottenibili.
La medicina ha creato tantissime soluzioni per migliorare la salute delle persone e allungare l’aspettativa di vita. Ma prima che venissero inventati i farmaci la natura sopperiva molto bene ad alcune fondamentali esigenze dell’organismo.
Non serve andare molto lontano nel tempo: già i nostri nonni sapevano (anche senza aver studiato medicina) che alcuni alimenti proteggevano dai rischi di malattie, aiutavano a guarire e a riprendere le forze dopo un malanno o dopo il parto, e potevano dare all’organismo tutte le sostanze utili a mantenersi in forze.
Non dimentichiamoci che i primi farmaci derivano proprio da piante e spezie e che anche quelli odierni contengono i medesimi principi attivi, anche se migliorati grazie alle sempre più ampie conoscenze. Oggi c’è un ritorno, per così dire, alla “filosofia” per cui l’alimentazione può diventare (anche) terapeutica e si stanno abbattendo alcuni tabù secondo i quali alcuni cibi vengono “vietati” per migliorare o proteggere la salute.
Oggi sempre più persone soffrono di malattie a carico dell’apparato cardiocircolatorio, e anche i giovani sono più a rischio. Paradossalmente, il “benessere” economico ci ha portato ad avere un’alimentazione peggiore dal punto di vista qualitativo e salutistico.
Le malattie cardiache sono ancora quelle che causano più decessi all’anno in tutto al mondo, e forse per questo motivo gli scienziati stanno studiando il modo di invertire il trend. L’alimentazione, insieme alle medicine e alla prevenzione, può essere un’ottima arma.
Secondo alcuni esperti, che parleranno dell’argomento ad un convegno in Piemonte, il cioccolato amaro, le nocciole e il caffè (se assunti ovviamente in dosi moderate) possono proteggere la salute del cuore, al pari quasi di alcuni medicinali.
Si tratta di un’ottima notizia per i golosi, ma anche perché significa che la Medicina prende in considerazione l’alimentazione come metodo di cura, da sfruttare in alternativa o in concomitanza con i farmaci. Oltre a soffermarsi sull’importanza di valutare il cibo come “terapia”, visto che i prodotti contengono sostanze benefiche per l’organismo, gli esperti pensano di lanciare un’interessante proposta.
Siamo in ambito ospedaliero, dove sappiamo che durante la degenza i pasti sono spesso scarni, e soprattutto uguali per tutti. La proposta è quella di prescrivere anche la “cura alimentare” proprio come fosse parte integrante della terapia effettuata in ospedale. Se ciò avvenisse sarebbe un altro importante passo avanti verso il riconoscimento dei benefici di un’alimentazione corretta, e soprattutto da personalizzare a seconda del singolo stato di salute. Non ci resta che aspettare!
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