Novità per alcuni nuclei familiari ex percettori del Reddito di Cittadinanza, esiste la concreta possibilità di una ripresa delle ricariche
Il Reddito di Cittadinanza (RdC), la misura introdotta nel 2019 per contrastare esclusione sociale e povertà è stata a lungo al centro di accese polemiche nella campagna elettorale, al punto che il nuovo Governo ha deciso di eliminarla gradualmente nel corso di quest’anno. A uscire dal provvedimento dopo la settima erogazione mensile nell’anno sono i cosiddetti occupabili.
Si tratta di famiglie con componenti dai 18 ai 59 anni, non prese in carico dai servizi social e al cui interno non vi siano quindi minori, anziani con almeno 60 anni, disabili. Per questi percettori si è aperta la possibilità di accedere al Supporto per la formazione e il lavoro, rispettandone i paletti e i requisiti procedurali molto stringenti. Sta emergendo in questo giorni tuttavia , una concreta opportunità che alcuni famiglie occupabili possano riottenere la prestazione.
Il Governo come accennato a deciso di sospendere l’erogazione del sussidio, alla settima mensilità, per le famiglie occupabili con componenti invalidi la cui capacità lavorativa sia ridotta in misura inferiore al 67%. Tuttavia la normativa riguardante il Reddito di Cittadinanza va riferimento ad altre leggi circa la disabilità e la riduzione della capacità lavorativa.
Secondo la legge infatti sono escluse dagli obblighi collegati al beneficio del RdC, le persone con riduzione delle capacità lavorative superiore al 45%. Qui nasce il problema: con la legge di Bilancio 2023 sono state escluse dal sussidio le persone con invalidità inferiore al 67%, come detto. Il risultato è stato che beneficiari con riduzione delle capacità lavorative comprese tra il 45 e 66% hanno subito la sospensione del Reddito di Cittadinanza.
A questo incongruenza ha posto rimedio il Ministero del Lavoro che con la Nota 13254/2023 allarga il numero dei beneficiari con invalidità civile che hanno diritto al sussidio contro la povertà per tutto il 2023. Gli interessati da questa possibilità sono coloro che hanno invalidità compresa tra il 45 e il 66%. Quindi un passo indietro, ma per riottenere la ripresa dell’erogazione, comprensiva di eventuali arretrati, è necessario un altro requisito.
Infatti sono ammessi a questa opportunità solo i soggetti che siano stati presi in carico dai servizi sociali entro il 31 ottobre in qualità di non attivabili al lavoro. Per concludere, tutte la famiglie con Rdc sospeso, al cui interno vi siano persone con disabilità compresa tra il 45 e 66%, possono riottenere il sussidio per il 2023, se gli invalidi sono presi in carico dai servizi sociali entro il 31 ottobre. Saranno quest’ultimi a comunicare a l’Inps l’esito positivo per il riavvio delle ricariche mensili.
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