Roma offre tesori e meraviglie, alcune visibili agli occhi e ai cuori, altre nascoste da cercare e scoprire.
Si parla di Roma come di una città caotica, sommersa dal traffico a da orde di turisti alla ricerca di un selfie. Una città indifferente alla propria bellezza e alla sua storia, tanto da coprirsi di spazzatura, abitata da milioni di persone così lontane dal suo centro, da non averlo mai avvicinato.
Eppure la sua bellezza è così sfavillante che, nonostante l’abbondono che talvolta si scorge lungo le sue strade, i palazzi, le fontane, le chiese di Roma attirano lo sguardo di chi sa e vuole meravigliarsi. Anzi i suoi tesori si nascondono, si chiudono in altri tesori, come in un gioco di scatole cinesi.
Roma, il luogo degli artisti
Elencare i monumenti della città sarebbe inutile, troppi ne sfuggirebbero. Così come ricordare quanti artisti dall’antichità ad oggi vi hanno soggiornato e prodotto le loro opere. Ma vi è stato un preciso momento storico in cui Roma è stata uno dei centri, se non il centro, dell’arte italiana e mondiale. Inizi del ‘500, l’epoca del Rinascimento, le città italiane e loro corti risplendono di cultura ed arte.
Roma è il centro della cristianità e quindi del mondo, almeno per l’epoca. Tutti i più grandi artisti sono chiamati ad abbellire ed arricchire chiese e palazzi con prospettive ed affreschi. Il cuore pulsante di tutto questo movimento è il papato che attira artisti ed architetti per le loro dimore e le chiese. In particolare vi è un luogo dove lavorarono le migliori menti dell’epoca e dove oggi sono raccolti tesori di inestimabile valore.
È il Vaticano, in particolare quello che oggi è il Museo Vaticano. All’interno del Palazzo Apostolico, parte dell’itinerario odierno del Museo, si trovano le Stanze di Raffaello, 4 sale in sequenza affrescate in gran parte da Raffaello Sanzio e dalla sua scuola. Una di queste è la Sala della Segnatura. In essa il pittore urbinate realizzò La disputa del Sacramento, il Parnaso, La Virtù e la Legge e la Scuola di Atene.
Questi affreschi ricoprono la Sala con i temi del Rinascimento, tra essi La Scuola di Atene dove sono ritratti i grandi pensatori dell’antichità greca, ispirata dall’Accademia di Platone. Ma ogni personaggio storico è dipinto con i tratti dei grandi artisti contemporanei a Raffaello. Platone con le fattezze di Leonardo da Vinci, Aristotele con quelle di Bastiano di Sangallo, Eraclito con i lineamenti di Michelangelo Buonarroti.
E poi Euclide con i tratti di Bramante. In fondo quasi nascosto tra i volti, c’è l’autore dell’affresco. Un tesoro in un altro tesoro. Raffaello fa il suo autoritratto, nelle vesti del pittore classico Apelle. L’artista guarda lo spettatore per chiamarlo a partecipare al suo gioco, alla ricerca di uno sguardo nascosto e partecipe.