I monumenti a Roma dove inciampa la memoria, per un tuffo nella storia della città e per non restare indifferenti.
Roma è una città cosmopolita, centro artistico e culturale con una storia millenaria dall’antichità latina alla modernità nel Novecento, visitata da milioni di turisti ogni anno, sede di organizzazioni internazionali, del potere temporale del Paese e di quello spirituale della Chiesa cattolica.
Insomma, le tracce della sua storia ricca e contradditoria sono presenti ovunque nel tessuto urbanistico della città, in misura tale da riempire gli occhi e la mente dei visitatori come di chi la abita. Ma tra le opere d’arte disseminate nel centro della città, tra chiese e monumenti si nascondono delle tracce particolari dove si inciampa per ricordare il passato.
Roma e le tracce che fanno pensare
Passeggiando nelle vie e nelle strade di Roma, può capitare a volte di imbattersi in pietre particolari. Sampietrini dorati sui quali sono incisi nomi, date e a volte luoghi lontani da quelle stesse strade in cui le pietre sono collocate. Si tratta delle cosiddette pietre d’inciampo, poste davanti alle abitazioni di coloro che furono deportati nei campi di concentramento, durante la Seconda guerra mondiale.
Sulle lastre d’ottone lucido che ricoprono i sampietrini, le classiche pietre delle strade romane, vi è quindi un pezzo della storia di Roma, tragico e doloroso, troppo spesso accantonato e con con il quale occorre fare ancora i conti. Il senso dell’opera dell’artista tedesco Gunter Demnig è proprio questo, inciampare con la storia nelle strade e nelle vie e quindi ricordare quanto è accaduto, proprio nei luoghi dove si passeggia distratti.
A partire dal 1995 le pietre d’inciampo iniziano a comparire lungo le strade di diverse città europee segnate dall’orrore della guerra e dell’antisemitismo. Se ne contano quindi più di 22mila in città come Germania, Austria, Ungheria, Polonia, Ucraina, Repubblica Ceca, Slovacchia, Paesi Bassi e Italia. A Roma ne sono presenti più di 300 a segnare un percorso nella memoria tragica di quei giorni.
La prima pietra d’inciampo fu piantata da Demnig a Colonia, in memoria dei mille sinti deportati nella città tedesca nel 1940. L’artista ha continuano il suo impegno per ricordare tutte le vittime delle deportazioni per motivi razziali, politici, militari che fossero, fissando delle pietre a terra invisibili, ma nelle quali si inciampa e non a caso.
La sua opera continua ancora oggi con nuove pietre nelle strade di Roma, suscitando domande e ricordi di un epoca che non è passata. Come dimostra l’oltraggio subito da diverse pietre d’inciampo proprio in queste ore, bruciate e annerite proprio per cancellare, distruggere e negare delle pagine così tragiche della storia della città.