Oggi viviamo in un’epoca in cui si è convinti di avere dato vita ad innovazioni mai viste prima. Sotto certi aspetti, niente di più sbagliato.
Gran parte degli strumenti digitali che oggi usiamo assiduamente, e che sembra abbiano cambiato il modo di vivere e vedere il mondo, esistevano già da molto tempo.Insomma, anche se viviamo in un’epoca sostanzialmente iperconnessa, la realtà è che non abbiamo inventato proprio un bel niente.
Ci sono già molti precursori, in epoche antiche, dei nostri amati social, dei selfie e delle Gif, persino delle foto di gattini. Sì, proprio loro, i gattini, molto tempo prima della nascita di internet.
Tutti i social ante-litteram, esistenti prima dell’avvento dei moderni social
La lista di quegli elementi che oggi usiamo continuamente, convinti (ma illusi) di stare facendo qualcosa di altamente innovativo e mai visto prima nella storia, è lunga e articolata. Basti pensare a Facebook. Già quattro secoli fa, infatti, nel momento di andare in pensione gli accademici ricevevano dai colleghi un grande volume in cui erano contenuti solamente scritti redatti in proprio onore.
Pubblicazioni scientifiche, citazioni e contributi di vario genere, che andavano a comporre quella che oggi chiameremmo la sua “bacheca”.Questa usanza si diffuse in modo particolare in Germania intorno alla metà del ‘600, poi declinata secondo varie tradizioni, dalla “pubblicazione celebrativa” in ambito universitario al Liber amicorum, destinato alla cerchia più intima di amici e familiari.
In quest’ultimo, si trovava infatti già nelle prime pagine il nome del destinatario, corredato da una “foto del profilo”. Difficile non rimarcare le differenze con il più moderno strumento creato da Mark Zuckerberg.
Se pensiamo invece a Instagram, e alle foto scattate in maniera improvvisata e poi ritoccate con filtri ad hoc, già tra la fine del ‘700 e l’inizio dell”800 artisti e disegnatori di paesaggio filtravano la realtà con il cosiddetto Specchio Claude: un piccolo specchio con la superficie tinta di nero che, grazie alla saturazione dei colori e l’unificazione dei dettagli, permetteva di riprodurre più facilmente la scena su tela.
Selfie, Gif, emoticon: esisteva già tutto
Per non parlare infine dei selfie, nulla a che vedere con le centinaia di autoritratti eseguiti dal grande pittore Rembrandt, al punto da raccontare la sua evoluzione fisica e psicologica fino agli ultimi anni della sua vita. Prima dell’avvento delle Gif, invece, queste si realizzavano con uno strumento ottico costituito da un disco con immagini disegnate in sequenza, detto fenachistoscopio.
La rotazione su un disco dava l’impressione di un movimento continuo, e venne inventato nel 1832. Come non pensare inoltre alle emoticon, le punteggiature che formano faccine che crediamo nate con gli sms? Queste in realtà videro la prima stampa nel 1881, su un numero del magazine satirico americano Puck, in trafiletto intitolato “Arte Tipografica”.
Ma il punto più divertente di tutti lo segnano le foto dei gattini, che oggi spopolano sui social. Già un secolo fa, infatti, le foto di mici andavano forte. Molto diffuse erano le foto di gatti vestiti da esseri umani che trapelavano emozioni e stati d’animo a dir poco esilaranti.
Una in particolare divenne famosa, e ritrae un gatto scocciato, forse per il ritardo della sua cena, vestito da nobildonna. A realizzarlo fu nel 1905 dal fotografo americano Harry Whittier Frees, lanciando così una moda duratura. Anche più di quello che si sarebbe mai immaginato.