Incrementare i ricavi è l’ambizione di ogni azienda. Il punto è: come realizzarlo? Ecco una strategia a colpo sicuro.
Lavorare meglio e guadagnare di più. Questo è il primo comandamento per chiunque sia a capo di un’impresa, grande o piccola, a qualsiasi latitudine del globo.
Dopo la dura prova del Covid-19, con i suoi lockdown e gli stravolgimenti (spesso senza ritorno) che ha comportato, chi fa impresa ha dovuto rimettere a fuoco principi e priorità. La buona notizia è che trasformare la propria azienda in un business redditizio non è poi così difficile: basta trovare la chiave giusta.
Al cuore di un’azienda di successo, oltre a un leader di talento, c’è sicuramente una squadra di dipendenti motivati e capaci di svolgere al meglio le mansioni di competenza. Con una forza lavoro frustrata, stanca, sfiduciata non si va da nessuna parte. Al contrario, il successo negli affari fa rima con aumento di produttività, contenimento dei costi, benessere dei lavoratori e, perché no, attenzione all’ambiente. Tutto questo si può condensare in una nuova formula ancora poco diffusa, ma destinata a diventare dominante negli anni a venire. E a dirlo è una ricerca nuova di zecca.
Il segreto per far lievitare i profitti della propria azienda
In molti hanno già spiegato e dimostrato che il lavoro a distanza è collegato a una maggiore produttività delle risorse umane, che favorisce (e molto) la tutela dell’ambiente con meno spostamenti e che migliora la diversità ampliando il pool di talenti. Ora, si fa strada un altro argomento per attirare l’attenzione dei CEO verso l’impiego da remoto: vediamo insieme di cosa si tratta.
Un nuovo rapporto pubblicato da Scoop, una startup di gestione del lavoro ibrido, include un’analisi delle politiche di lavoro a distanza e della crescita dei ricavi di 554 società realizzata in collaborazione con il Boston Consulting Group. Lo studio rileva che l’azienda media che offre ai dipendenti la possibilità di lavorare da casa ha anche sovraperformato la crescita dei ricavi negli ultimi tre anni di 16 punti percentuali, rispetto ai competitor con politiche più restrittive.
“Questo divario è stato davvero sorprendente per noi, e più ampio del previsto”, afferma Rob Sadow, CEO e cofondatore di Scoop, il cui Flex Index funge da “archivio” online delle politiche di lavoro a distanza per circa 7.500 aziende. L’analisi ha monitorato la crescita dei ricavi tra il 2020 e il 2022, normalizzando i dati sulle prestazioni per eliminare le differenze tra settori ad alta e bassa crescita.
Pochi studi hanno sinora confrontato la relazione tra la crescita dei ricavi e le politiche di lavoro a distanza delle aziende, afferma Nicholas Bloom, economista e professore alla Stanford University che è anche consulente di Scoop. Ciò è in parte dovuto al fatto che la maggior parte degli strumenti di indagine analizza le esperienze degli individui con il lavoro a distanza, piuttosto che le politiche aziendali.
Ma sia che l’aumento dei ricavi spinga le aziende a dover assumere più velocemente – e a scegliere politiche flessibili per farlo – sia che politiche più flessibili coinvolgano i lavoratori e li portino a fare un lavoro migliore, che si traduce in un’azienda di successo, “in un certo senso non ha molta importanza”, dice Bloom. “Leggendo i dati con gli occhi del manager, l’interpretazione è abbastanza simile. Le pratiche di occupazione flessibili contribuiranno a sostenere la crescita“.