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Marvel Cinematic Universe, la fine di un’epoca? Cosa sta succedendo all’enorme universo narrativo di Disney

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Massimo Orsini

Il Marvel Cinematic Universe sta andando incontro ad una crisi, l’interesse del pubblico alle sue opere sta scemando cosi come gli incassi al botteghino.

Cosa sta succedendo a una delle produzioni più redditizie della storia di Hollywood? Dal 2008 con l’uscita di “Iron Man” il Marvel Cinematic Universe regala agli appassionati di fumetti le trasposizioni cinematografiche dei loro eroi preferiti. Passando per “Captain America” e “Thor” e unendoli tutti in “Avengers”, questo universo cinematografico ha battuto record su record facendo letteralmente impazzire di gioia i fan, ma riuscendo a conquistare anche coloro che di fumetti Marvel ne sanno poco.

Cosa sta accadendo al Marvel Cinematic Universe? (Ansafoto.it)

Questo grazie a scelte di casting azzeccatissime, come Robert Downey Jr. nell’armatura di Iron Man, o Scarlett Johansson nei panni di Black Widow, di pellicole e sceneggiature interessanti. E ormai da qualche tempo però che l’interesse generale intorno al Marvel Cinematic Universe sta decisamente calando. La prova inconfutabile è lo scarso successo al botteghino dell’ultimo lungometraggio uscito l’8 novembre nelle sale di tutto il mondo “The Marvels”.

Le cause di questo calo di interesse sicuramente sono molteplici e riguardano diversi aspetti della produzione Marvel. Andiamo a fare una breve analisi delle probabili cause del declino Marvel.

L’eccessiva produzione di pellicole

Dall’uscita di “Iron Man”, nel 2008, quando ancora l’universo cinematografico Marvel non esisteva, la produzione della casa delle meraviglie si aggirava intorno alla media di due film l’anno. “Captain America” usci nel 2011 insieme a “Thor”, mentre “Avengers” usci nel 2012. Cosi facendo si dava modo allo spettatore di affezionarsi ai personaggi, agli sceneggiatori di intrecciare le storie in maniera più avvincente e soprattutto si creana aspettativa.

Il flop de “The Marvels” film con Ms Marvel come co-protagonista (Ansafoto.it)

Ora la produzione di pellicole è sempre più fitta, senza contare le serie su Disney + dove si intrecciano trame con sottotrame, multiversi e linee temporali differenti, collegamenti dai film alle serie che molto spesso nemmeno i nerd più accaniti riescono a seguire.

E come sappiamo dove eccede la quantità scarseggia la qualità, l’integrità di un universo narrativo cosi ampio viene meno, e anche con la sospensione dell’incredulità, le forze in gioco diventano incoerenti e le storie, che dovrebbero essere semplici e appassionanti, per un pubblico giovane, diventano complesse da seguire.

La lama a doppio taglio del politically correct

Altro fattore è l’eccessiva ricerca del politically correct. La Disney, che ha acquistato i diritti della Marvel molti anni fa, lo sappiamo è molto attenta alla sensibilità degli spettatori, lo stiamo vedendo con i remake in live-action dei classici animati, come “Pinocchio”, “La Bella e La Bestia”, il recentissimo “La Sirenetta” e l’ancora in produzione “Biancaneve”.

Tutti questi film nel loro rifacimento passano in un setaccio che trattiene tutti i contenuti che nel nostro momento storico vengono ritenuti offensivi. Per esempio Pinocchio alla fine del film (spoiler per chi non avesse visto il remake) non diventa un bambino vero, imparando ad accettarsi cosi com’è, oppure Biancaneve, caso che sta facendo ancora clamore, non è più accompagnata dagli iconici sette nani.

Cynthia Erivo ha interpretato la Fata Turchina nel remake di “Pinocchio” (Ansafoto.it)

Stessa cosa per l’universo cinematografico Marvel. Prima ancora della storia coinvolgente, del colpo di scena inaspettato e dell’azione adrenalinica si cerca l’inclusione, e si forzano delle scelte che anche allo spettatore risultano innaturali.

Il flop clamoroso di “The Marvels” uscito l’8 novembre ne è la prova. La pellicola costata 200 milioni di dollari ne ha incassati solo 47, ben al di sotto delle già tiepide aspettative che si aggiravano tra i 60 e i 65 milioni. Record negativo nella storia dei film Marvel. Sia chiaro, il flop del film non è dovuto alla scelta di protagonisti femminili, ma con dei personaggi come Captain Marvel, che già nel primo film non aveva conquistato le simpatie ne dei fan ne dei colleghi supereroi, Ms Marvel e Monica Rambeau, personaggi provenienti dalle serie su Disney + e che quindi non hanno avuto modo e tempo di essere conosciuti e apprezzati dal pubblico, l’attrattiva per i fan non era molta.

La Marvel non ha bisogno di “spingere” più del dovuto per dare spazio a personaggi femminili, ce ne sono molti (Gamora, Black Widow, Scarlet Witch e altri) che sono memorabili non per una campagna pubblicitaria di sensibilizzazione, ma perché sono personaggi complessi, ben scritti, forti che hanno saputo conquistare i fan naturalmente e che ancora oggi vengono amati.

Massimo Orsini

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