Dopo una lunga e difficile trattativa, una categoria di lavoratori ha ottenuto un forte incremento di stipendio ma il braccio di ferro non si è ancora concluso.
L’accordo tra le parti sembra ormai esserci e le trattative potrebbero chiudersi ufficialmente il 25 Novembre, in tempo per assicurare l’arrivo dell’aumento già nella busta paga di Dicembre. Se, per qualsiasi ragione, l’accordo non dovesse essere firmato in via definitiva, la misura migliorativa dei compensi slitterà all’inizio dell’anno prossimo.
A sedere intorno al tavolo delle trattative sono banchieri e bancari, questi ultimi decisi a ottenere un netto miglioramento delle proprie condizioni di lavoro. I dipendenti delle banche stanno infatti sopportando un calcolo del TFR svantaggioso da oltre dieci anni: una misura introdotta dal 2012 e che solo quest’anno potrebbe finalmente essere messa da parte. Oltre a questo i 270.000 bancari italiani stanno lottando per ottenere un netto miglioramento delle loro condizioni di lavoro attraverso la sottoscrizione di un nuovo contratto collettivo nazionale.
Il primo obiettivo che i sindacati dei dipendenti delle banche hanno raggiunto è un cospicuo aumento in busta paga, che ammonterà a 435 Euro se dovesse essere firmato l’accordo appena raggiunto. Oltre a questo, i bancari chiedono una riduzione dell’orario di lavoro ma, soprattutto una nuova definizione dei parametri di mobilità sul territorio.
Quest’ultimo è un problema grave che riguarda la progressiva chiusura di moltissime filiali bancarie sul territorio italiano, tanto che si parla ormai da più parte di desertificazione bancaria. Con la chiusura di molti uffici i dipendenti delle banche vengono spostati in altri luoghi di lavoro anche molto lontani da quelli della loro residenza.
I bancari chiedono quindi di definire parametri molto stringenti per la mobilità dei dipendenti, facendo in modo che, a seguito della chiusura di un ufficio o della fusione tra due o più uffici, i dipendenti non siano costretti a lunghe e onerose trasferte.
Oltre a questo, i bancari chiedono di abbassare a 35 il totale delle ore settimanali previste dal contratto, ma si tratta di un aspetto del nuovo contratto nazionale su cui non si è ancora trovato un accordo che accontenti tutte le parti.
Infine, un altro aspetto importante che dovrebbe essere definito è il necessario turnover generazionale, cioè l’introduzione di giovani dipendenti under 35 in sostituzione delle generazioni di dipendenti più anziani da instradare verso la pensione.
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