Anticipare la pensione potrebbe non essere così conveniente. Quali sono le novità introdotte da tenere presenti.
A breve verrà definitivamente approvata dal Parlamento la Legge di Bilancio per l’anno 2024. La maggioranza ha annunciato che non ci saranno emendamenti al testo presentato, ma la discussione si presenta certamente accesa su diversi punti del disegno di legge, in particolare sulla questione delle pensioni.
Uno degli obiettivi presentati dalla maggioranza durante la campagna elettorale, cioè la modifica sostanziale la legge Fornero, appare in realtà difficilmente raggiungibile e le norme presenti nel testo della manovra, vanno esplicitamente verso una direzione diversa. Quindi il superamento della riforma introdotta nel 2011 è un obiettivo al momento accantonato e anzi alcune proposte sono addirittura molto vicine a quelle Fornero.
Anticipo della pensione sempre più difficile, cosa succede
Tra le novità introdotte, senza dubbio quella relativa agli anticipi pensionistici è la più controversa. La legge Fornero prevede l’accesso alla pensione di vecchiaia al raggiungimento dei 67 anni di età o alla maturazione dei requisiti contributivi (42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini, un anno in meno per le donne), con un assegno calcolato con il sistema contributivo.
Nel passato alcune norme hanno apportato elementi di maggior flessibilità all’impianto della legge Fornero, consentendo delle uscite anticipate per la pensione più vantaggiose per i lavoratori nei requisiti da possedere. Proprio sul tema degli anticipi pensionistici il Governo invece interviene in senso opposto. Infatti gli strumenti più utilizzati finora sono sensibilmente ridotti dal disegno di Legge di Bilancio presentato.
A cominciare dalla modifica dei requisiti minimi per la pensione contributiva anticipata, per passare poi all’innalzamento del requisito d’età per l’anticipo con Opzione donna e con l’Ape sociale, alla modifica sostanziale di quota 103. Nel primo caso per anticipare la pensione si dovrà avere un assegno pensionistico pari a 3 volte quello sociale, anziché le 2,8 volte previste in precedenza.
Per sfruttare Opzione donna bisognerà avere un’età maggiore: 60 anni rispetto ai 58 o 59 previsti dall’attuale ordinamento, fermo restando il ricalcolo contributivo della pensione e il requisito dei 35 anni di versamenti contributivi minimi. Anche per l’Ape sociale si prevede dal prossimo anno un innalzamento del requisito anagrafico fino a 63 anni e 5 mesi per l’uso di questo scivolo pensionistico. Ricordiamo che questi anticipi sono riservati a categorie deboli (lavoratori con impieghi gravosi, caregiver, invalidi, disoccupati).
Infine altra modifica di rilievo quella relativa a quota 103: calcolo della pensione completamente contributivo (in precedenza parte era calcolata con il sistema retributivo), pensione comunque non superiore a 4 volte l’assegno sociale fino al raggiungimento dei requisiti della legge Fornero. In conclusione, il Governo renderà meno conveniente l’anticipo pensionistico, restringendo la platea dei beneficiari.