Le situazioni che consentono di avere permessi retribuiti. In che modo e quando possono essere fruiti dal dipendente.
Quando capitano eventi imprevisti di particolare gravità, il lavoratore dipendente ha la possibilità di richiedere dei permessi retribuiti dal lavoro. Si tratta di situazioni familiari delicate che richiedono la presenza del lavoratore, ma che devono rispettare precise condizioni d’utilizzo e modalità di godimento.
Va inoltre sottolineato che contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) possono avere delle ulteriori forme di applicazioni dei permessi più vantaggiose per i lavoratori. Quindi va sempre controllato il contratto in essere e applicato e il settore lavorativo d’appartenenza. Tanto per fare un esempio le regole del comparto pubblico sono diverse da quelle del privato. Vediamo qualche dettaglio per chiarire le modalità d’impiego.
Permessi retribuiti, quando e come si possono fruire
I permessi possono essere sfruttati in caso di infermità o di morte del coniuge o del convivente stabile (con certificato anagrafico), di un parente di secondo grado anche non convivente, di una persona facente parte della famiglia anagrafica. I dipendenti hanno diritto ad un massimo di 3 giorni di permesso retribuito all’anno, anche in caso di più eventi di decesso o infermità grave.
La richiesta va presentata tempestivamente al datore di lavoro e sfruttata entro 7 giorni dall’evento che ne scatena la causa. Successivamente va consegnata la documentazione che attesta la richiesta di permesso. Il caso di infermità va presentato con il certificato del medico del SSN e consegnata al datore di lavoro entro 5 giorni dalla ripresa delle attività.
In caso di evento luttuoso va presentato un certificato di morte. È possibile concordare con il datore di lavoro modalità diverse di attività corrispondenti a tre giorni di servizio, sotto la forma di una riduzione dell’orario di servizio. La riduzione dell’orario di servizio va attestata mediante documento scritto e iniziare entro 7 giorni dal momento in cui si verifica il problema.
Se la situazione di malattia grave termina, il lavoratore deve riprendere l’attività conservando il tempo di permesso non utilizzato come residuo per l’anno in corso. I permessi sono retribuiti al 100 per cento, completamente a carico del datore di lavoro e sono utili al calcolo delle ferie, del trattamento di fine rapporto, delle mensilità aggiuntive come la tredicesima e la quattordicesima.
Infine si deve ricordare che la retribuzione che si ottiene con i permessi è utilizzabile sia per il calcolo dei contributi obbligatori Inps e Inail, sia per la stima del reddito imponibile allo scopo della determinazione dell’imposta sul reddito (Irpef).