Quando si parla di debiti, si può pignorare il TFR tenuto in azienda? Ci sono delle cifre importanti da tenere a mente a riguardo: ecco quali.
Il Trattamento di Fine Rapporto, o TFR, può essere pignorato. Si tratta di una procedura giudiziaria che permette al creditore di riottenere il credito prelevando una parte del TFR del debitore. Come nel caso della pensione e dello stipendio, si tratta di una soluzione pratica per i creditori, ma ci sono dei limiti importanti stabiliti dalla legge che vanno rispettati. Questo non vuol dire che il pignoramento del TFR va sottovalutato, anzi: rappresenta un’opzione molto utilizzata dai creditori, quindi è importante sapere come funziona.
Per quando riguarda il pignoramento del TFR, il funzionamento è lo stesso del pignoramento di pensioni e stipendi. Secondo la legge, il TFR è pignorabile solo nella parte che eccede il doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, partendo da un minimo di mille euro. Quindi, prendendo la misura massima mensile dell’assegno sociale di oggi, ovvero 503,27 euro, la parte pignorabile è quella che va oltre i 1.006,52 euro. In altri termini, se abbiamo 1.500 euro all’anno come TFR, la parte pignorabile sarà di 493 euro.
La procedura di pignoramento si avvia dopo un atto di precetto del creditore, che impone al debitore di saldare il debito entro 10 giorni. Se questo non succede, il creditore ha a disposizione varie opzioni, tra cui il pignoramento del TFR. Al debitore arriverà un atto di pignoramento da parte dell’ufficiale giudiziario. Questo spiegherà l’importo del credito, del TFR pignorabile e della modalità di pagamento. Fatto questo l’atto verrà emesso dal Giudice e comunicato al datore di lavoro del debitore, che verserà la parte rilevante del TFR direttamente al creditore.
Esistono modi per evitare il pignoramento del TFR. Il primo, naturalmente, è “semplicemente” pagare il debito o raggiungere un nuovo accordo con il creditore. È anche possibile evitare l’esecuzione forzosa del TFR pagando il debito entro i 10 giorni dalla notifica dell’atto.
Alternativamente, il debitore può proporre opposizione al pignoramento entro 20 giorni dalla notifica. A questo punto il Giudice dovrà effettuare una decisione considerando alcuni fattori, come importo del credito, condizioni economiche del debitore e necessità del debitore di ricevere il TFR per le sue esigenze. In caso sia possibile dimostrare la necessità del TFR per il debitore, il Giudice può decidere di respingere la richiesta del creditore.
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